La nostra guerra

Ho 30 anni e faccio parte di quella generazione che si è digitalizzata molto presto, di quelli nati con la televisione, di quella generazione delle grandi scoperte tecnologiche ma dei pochi meriti sociali.

Se i nostri nonni ci guardano vedono fallimento, perché abbiamo sempre il telefono in mano, perché non siamo sposati/laureati/con figli/con lavoro/con… ci manca sempre qualcosa, perché non abbiamo vissuto la fame, perché non abbiamo visto la guerra.

Ma se non abbiamo vissuto una guerra (e su questo potremmo aprire numerose parentesi perché mi sembra pretestuoso dimenticare, ad esempio, il terrorismo o le guerre religiose poco lontano dai nostri confini dove molti con la nostra bandiera al petto sono caduti) ma allora perché sappiamo cos’è il coprifuoco,  come si vive all’interno di 4 mura, certamente meno buie e silenziose di quelle che ospitarono i nostri avi, ma sempre 4mura.

Perché se non abbiamo mai vissuto la guerra sappiamo cosa significhi attendere alla radio (o al telegiornale per i meno romantici) il bilancio dei morti quotidiano. Perché sappiamo cosa significhi dover avere un pass per attraversare un muro e sappiamo cosa significhi fare la fila per avere il cibo. Sappiamo cosa sono i dissidenti e gli oppositori.

Perché?!

Qualche giorno fa seguivo le stories di una influencer che durante un’escursione in montagna ha percorso le Gallerie del Lagazuoi della Grande Guerra e lei commentava, attraversando prima trincee e filo spinato e poi questi stretti cunicoli nel cuore della montagna scavati da soldati italiani come vie di fuga proprio durante la guerra, quanto in realtà fossimo una “generazione” fortunata perché non abbiamo mai dovuto vivere una guerra, perché non abbiamo mai dovuto nasconderci da qualcuno, avere paura, sentire spari, morte, terrore.

Questa cosa mi ha fatto riflettere.

Mi sono fermata davvero a lungo a pensare sulla condizione di “generazione fortunata” che così facilmente piace affibbiarci.

Sono fortemente convinta che noi la nostra guerra la stiamo vivendo; ormai da 2 anni lottiamo contro un nemico invisibile, subdolo, per niente rumoroso, ma lottiamo.

Lottiamo contro una pandemia ma anche contro ignoranza e complottisti, contro il tempo che impietoso ci sta portando via occasioni, possibilità, momenti.