La teoria dell'elastico

La teoria dell’elastico

Tempo fa un’amica mi ha regalato un libro, a quanto pare imperdibile e che solo io non avevo ancora letto (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere), che seppur non mi ha appassionata come lettura –troppo ripetitivo secondo me– mi ha “segnata” per alcuni concetti che vi sono espressi; tra questi la teoria dell’elastico.

John Gray, autore del libro, illustra, tra molti altri concetti, una sua teoria sui rapporti di coppia, ma che io sento di poter affermare che sia attuabile in tutti i rapporti a due in generale, anche nell’amicizia, che si riassume in un’unica affermazione: gli uomini sono come elastici.
Ok poi afferma anche che le donne sono come onde, ma qui stiamo parlando d’altro.

Ma cosa significa che gli uomini sono come elastici?

John Gray sostiene che gli uomini si comportano come un elastico quando ricercano la propria autonomia.
Gli uomini vivono la propria intimità in modo altalenante, con manovre di avvicinamento ed allontanamento per poi riavvicinarsi. Gli uomini iniziano a ricercare l’autonomia quando hanno soddisfatto le proprie esigenze di intimità. Secondo Gray, l’uomo non lo farebbe in modo razionale ma segue questo alternarsi di avvicinamento ed allontanamento in modo del tutto naturale ed istintivo. Pur trovando soddisfacente il rapporto instaurato, è inevitabile che l’uomo passi attraverso questo bisogno e, una volta soddisfatto, ricercherà l’intimità.

È un’immagine molto facile da figurare: immaginiamo di porre su un piano due oggetti ben distanti tra di loro, un uomo e una donna. Nel reciproco rapporto di conoscenza e quotidianità i due oggetti inizieranno ad avvicinarsi l’uno a l’altro, in modo del tutto naturale in un rapporto a due. L’uomo che è sul nostro piano un elastico anziché spostarsi inizierà a tendersi verso l’altro oggetto, tendersi, tendersi, fin quando sarà vicinissimo, in un rapporto che potremmo dire di intimità emotiva; è allora che senza nessuna ragione precisa, esattamente come un elastico che viene rilasciato, tornerà indietro, al suo punto di partenza.

L’altro oggetto è una donna.

Ora, l’altro oggetto, che è una donna, vivrà di complessi e sensi di colpa ricercando la ragione del suo errore; cercando di capire dove e cosa ha sbagliato, bè la risposta è facile, da nessuna parte.

Se sul piano avessimo avuto due elastici sarebbe stata una reazione che non avrebbe creato in nessuno dei due grandi quesiti. Nel loro modo di essere uomini è completamente normale questo continuo tendersi e ritirarsi.

L’uomo appagato il suo bisogno emotivo di vicinanza, di complicità, di dialogo di… non lo so, semplicemente senza alcuna ragione si allontanerà per poi, con i suoi tempi e passando magari anche per la sua caverna, tornare ad avvicinarsi.

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, l’assunto certamente condivisibile del libro è che uomo e donna sono due specie diverse. I più grandi equivoci tra uomo e donna sorgono laddove una donna tratti un uomo come lei vorrebbe essere trattata e viceversa.

Non funziona così.

Ha ragione Gray, un dizionario e la consapevolezza che chi si ha di fronte parla ed agisce in modo diverso da noi, risolverebbero molte incomprensioni.