Ho il covid

Il titolo non ammette repliche.

Io, come altre 117milioni di persone (chissà quando leggerete a quanti saremo arrivati) , ho preso il covid.

Pubblico questo articolo ora, quando ne sono ufficialmente fuori da diverse settimane, guarita, con i miei bellissimi anticorpi in circolo. 

Cosa significa prendere il covid?
Perchè ne parlo? Cosa ha comportato in me?

Mi sono svegliata una mattina, una come tante, e quando ho bevuto il caffè, non ne ho percepito il sapore. Non ci ho badato molto, non avevo nessun sintomo, venivo da 3 giorni di lavoro intensissimo, è periodo di allergia, non ho dato peso alla cosa.

A pranzo mi sono lamentata che tutto fosse piuttosto insipido, eppure quel tramezzino salame e brie aveva un aspetto pazzesco… Ecco, li forse ho capito che qualcosa non andava.

L’indomani mattina con un forte mal di testa, un po di affanno ed un senso di spossatezza abbastanza importante mi sono sottoposta a tampone rapido.

Positivo.

Positivo significa isolamento immediato per te e per chi vive con te, per te e per chi è entrato in contatto con te in modo stretto, significa entrare nel meccanismo, attendere la data del molecolare e poi l’esito e sperare fino all’ultimo secondo che ci sia stato un errore.

Perché ciò che non si conosce, fa paura.

Positivi, sia io che mio marito.

Siamo stati in tutto 24 giorni in isolamento totale, abbiamo dovuto chiudere il nostro studio, cancellare ogni singolo appuntamento o dove è stato possibile farli da casa.

24 giorni.

Sono stata male, la saturazione ha toccato il suo punto più basso a 92 in una notte in cui mi sono svegliata in apnea totale.

Sono stata male e se non avessi avuto un caro amico medico che mi seguiva quotidianamente probabilmente sarei andata in ospedale. Dal “sistema” ho ricevuto 1 unica telefonata in 24 giorni.

Ignoravano che il fossi asmatica, ignoravano che soffrissi di una serie di patologie per cui avrei avuto bisogno di un attenzione particolare, sono giovane e per loro questo è un dato più che sufficiente per capire come impostare il protocollo.

24 giorni con affanno, mal di testa, senza gusto ne olfatto, 24 giorni con la spesa e le medicine lasciati fuori dalla porta, con le telefonate di chi ti chiede come stai e tu non sai semplicemente che rispondere, 24 giorni in 2 a star male ma facendo finta di essere più forte dell’altro, 24 giorni di notti interrotte da colpi di tosse

Dal covid ho imparato che…

Ammalarsi è una colpa, vi farei sentire e leggere quanti mi hanno “accusata” di essere malata, vi farei leggere di quel cliente che – mi dispiace che avete il covid ma sono ca*** vostri, io voglio la consegna (niente di urgente o irrimandabile considerato che ad oggi è nuovamente sparito), le insinuazioni del “come lo hai preso”…

Ho imparato che chi lo nasconde alla fine posso anche capirlo, perché il giudizio sociale su una cosa simile è davvero assurdo.

Ho imparato che se fossi stata una dipendente mi sarei messa in malattia e stop, ma io sono una partita Iva e nessuno mi paga la malattia e quindi con la saturazione sotto i piedi, i dolori e tutto il pacchetto completo ho lavorato praticamente ogni giorno.

Ho avuto il covid, l’ho preso probabilmente mentre lavoravo, indossando correttamente la mascherina e mantenendo il distanziamento sociale, sempre.

Ho avuto il covid e non vedo perché dovrei vergognarmene.